giovedì 4 agosto 2011

Barboncini, protagoniste e sindromi

"Chi si accontenta gode" è una massima che ho sempre pensato non trovi spazio in amore. Ne sono tuttora convinta, ma noto sempre di più, in questa società, un tendere infinito alla perfezione, che fa male.
Non vi è mai capitato di non essere del tutto convinti del vostro partner, mentre vi trovate quella delicata Terra di Mezzo fra l'Occasionale" e la Frequentazione? Purtroppo non sto parlando di savoir-faire bensì, molto venalmente, di "bell'aspetto". No, non mi riferisco neppure ad individui conclamatamente brutti (anzi!), solo a quei piccoli difetti che ti si attaccano al cervello. Ho sufficiente esperienza per sapere che se c'è sincero amore si amino anche quelli, ma se si comincia dall'inizio in questo modo, c'è speranza? Se non c'è adrenalina, passione bruciante, notti insonni a fissare il soffitto, se tutto questo è presente, ma rassicurante e diffuso, può andare lo stesso?
Ho provato a concentrarmi sulla questione e devo dire, in tutta onestà, che se non ci fosse nessun minimo difetto, se la persona con cui ho a che fare fosse oggettivamente meravigliosa, io sarei già cotta e irrecuperabile. Ma perché c'è bisogno di quell'"oggettivamente"?


Ecco perché: mia sorella ha sottoposto alla mia attenzione il caso della sindrome "del barboncino". Per quanto non sia un cane che mi piaccia granché, la sua immagine attiva subito la corteccia cerebrale e il collegamento è immediato: trattasi di cane da esposizione. La patologia, più comune di quanto si pensi in ambo i sessi, provoca una strana alterigia durante il passeggio e pensieri quali "Visto il mio cane da esposizione? E' un soggetto ad alta tipicità di razza, buona la testa, buona la linea superiore e il torace, già abbastanza sviluppato tenendo conto la giovane età, buone angolature e gli appiombi, ben raccolti i piedi, buona la pigmentazione generale. Si muove bene. Molto promettente" (ok, questo è Docky, un Cocker Spaniel, ma il concetto non cambia).
Quale insano tasto tocca l'inutilità di avere un "uomo da passeggio"? Cosa si vuole comunicare alle nostre "simili"? Forse "Invidiami la facciata"? Cosa sentono le orecchie del nostro orgoglio? "Che bella coppia!"
Dubito che tanti di noi siano nati così e, a parte l'imprinting delle favole con annesso principe azzurro (che credo comunque abbiano rovinato molte vite), cos'è di queste inutili scemenze che ci condiziona ancora così tanto?
Ieri sera ho intravisto la causa nel pericolo di un altro tipo di sindrome, quella "della protagonista". Ecco, mi sono detta, le protagoniste ottengono sempre di stare con l'uomo migliore. Così ho fatto una ricerca, che fortunatamente mi ha positivamente stupita.
C'è almeno un caso eclatante, di partenza, che conosciamo tutti: Robin Hood e Lady Marian. Coppia perfetta, da favola, bello lui, bella lei. Ma vogliamo parlare della sempre poco malcelata possibile storia d'amore fra "Lady Cocca" e Little John? Chissà com'erano davvero, ma anche mettendosi d'impegno sono sempre meno irresistibilmente attraenti dei due protagonisti. Seguendo il primo esempio il postulato dovrebbe quindi essere: l'uomo della protagonista è sempre il più bello. E' davvero così?

Romeo e Giulietta? Rose e Jack (Titanic)? Meravigliosi e tragici: struggevolmente splendidi. Sandy e Danny (Grease)? I più belli del cast. Westley e Bottondoro (La Storia Fantastica)? Irraggiungibili. Carrie e Big (Sex & the City)? La storia impossibile (e quando si usa il termine "impossibile" non si allude alla possibilità che sia possibile a qualcuno).
Fin qua tutto mi dava ragione, stavo quasi per prendermela con gli sceneggiatori e i responsabili dei cast, quando mi sono accorta che, nonostante la bellezza, ciò che rende davvero indimenticabili queste coppie è che il loro è un amore davvero invidiabile, e che il loro fascino sopravviverebbe all'aspetto fisico.
Quindi a che serve l'"uomo da passeggio"? A ricordarci che siamo noi le protagoniste e le altre solo comparse? Forse è davvero così. Ben triste prospettiva.
Eppure, se si cambiasse punto di vista, se si ragionasse consapevoli che non c'è altro protagonista nella nostra vita se non noi stessi, uomini e donne, comparirebbe Léon, che è tutto tranne che bello, ma attraverso gli occhi di Matilde è l'uomo più affascinante del mondo, e lo è davvero; oppure Peter Parker, che non potrà mai oggettivamente competere con Harry Osborn, ma se fossimo in Mary Jane non avremmo dubbi; o ancora Paulie Bleeker... si potrebbe essere più d'accordo con Juno?
Ecco fatto. Il protagonista vero sceglie l'amore della sua vita e se ne frega.
E convince tutti.

6 commenti:

  1. Westley e' il migliore!

    Io aggiungerei tra le coppie perfette anche loro due:
    http://www.youtube.com/watch?v=RhRyrGI4pcE
    Alla fine del video riesci a vedere quanto amore ci sia tra di loro.

    Non so' se hai mai avuto un ragazzo che ha provato, almeno una volta, a condividere con te la propria musica, ma posso assicurarti che e' una di quelle sensazioni che non si dimenticano.

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  2. Sono davvero belli, un piccolo gesto che fa capire tante cose... Convincono! :)

    Purtroppo no, non ho mai avuto un ragazzo che facesse musica, ma non fatico assolutamente a crederti.

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  3. Che cos'e' la felicita'?

    - Avere un bel compagno da esibire come trofeo con le amiche durante il sabato sera?
    - Avere qualcuno che sa ascoltarti e ti fa sentire al sicuro in quelle poche ore di intimita'.
    - Mollare tutto quello che hai, per andare in un luogo in cui speri che i tuoi fantasmi ti abbandonino.
    - Ricevere una telefonata dalla persona che ti ha abbandonato anni fa, chiedendoti scusa.

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  4. Se stai parlando della tua esperienza sarei curiosa di sapere di più che cosa pensi in merito.

    Se invece stai parafrasando me, allora:

    Sai ti invidio se hai tutte le sicurezze di questo mondo. A me vengono dei dubbi, anche scomodi per me stessa, ma riflettendoci capisco che non hanno fondamento. Credo che questo intervento serva a tutto il contrario che a far passare che le persone abbiano bisogno di un bel compagno da esibire il sabato sera, ma sono anche convinta che ci siano persone che la pensano così, con le quali ho avuto a che fare. Mi spiace se non ti va che il mondo sia un posto perfetto, pieno di persone perfette che pensano in modo perfetto. Ognuno ha le sue debolezze, l'importante è rendersene conto e passarci sopra. Io lo faccio a modo mio, se non ti sta bene dì la tua, ma non aggredire in questo modo.
    Ben vengano diverse opinioni, ma io parlo della mia esperienza sperando che qualcuno accenni alla propria per argomentare, inutile che parliate della mia, non la conoscete.
    A questo proposito: non intendo mollare proprio niente, la mia vita mi piace così com'è e così come sta andando; non spero *mai* che una persona mi chiami, se mai il contrario, e in ogni caso non mi ha "abbandonata" anni fa, i fantasmi che torturano per anni io decisamente non li conosco, e mi stanno stretti anche quelli che vociferano solo per mesi.

    Ti prego di dire la tua, con un po' di rispetto e di auto-ironia. Mi interesserebbe, seriamente.

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  5. Non eran cose riferite a te, visto che non ho ancora avuto il piacere di conoscerti.

    Quelli eran solo pochi punti che descrivevano "la felicita' come la possono intendere persone diverse", che speravo di veder commentati ed estesi dalle tue sempre bellissime parole.

    Mi piace molto come scrivi, e alcuni post hanno delle idee interessanti, ma forse poco "approfondite" (nel senso che son quasi sempre "vaghe" e prive di dettagli personali)

    per quanto riguarda me e la mia definizione di felicita', non saprei cosa rispondere. Qualche anno fa mi bastava il sorriso di una persona, che senza spiegazioni e senza farsi piu' risentire se ne e' andata. Adesso le cose sono decisamente diverse.

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  6. Mi spiace per lo sfogo, ma ho avuto commenti decisamente pesanti. Ti chiedo scusa.

    Non saprei dire molto sul primo punto, credo che lo commenti il mio post: quella non è felicità, se vuoi una persona da esibire il sabato sera significa che ti serve che piaccia agli altri prima di piacere a te. E' piuttosto triste, ma non significa che anche le persone che non lo fanno non ci pensino. Io ci ho pensato, ma la conclusione è che, per me, si tratta di un atteggiamento sbagliato.

    Avere qualcuno che sa ascoltarti è la base. Spesso però ci si innamora di persone che non fanno per noi e, senza che ce ne accorgiamo, ci rubano le parole, le fanno loro. Sì, essere ascoltati è importante. Chi non ascolta ti conduce solo alla paura di parlare ed esprimerti, e *puf*: non ci sei più.

    I fantasmi, per loro natura, sono legati a te, e a te soltanto. Allontanarti fisicamente da luoghi conosciuti e vissuti non serve, almeno per quanto mi riguarda. All'inizio fa male, un male atroce, ci sono pezzi di ricordi dappertutto. Il segreto che ho trovato, lungo via, è fare attenzione a come ti muovi, a cosa fai *tu* negli stessi luoghi, alle nuove storie che stai raccontando. I nuovi ricordi sono un balsamo, e sono te.

    Se quella persona ti ha abbantonato ferendoti e ci stai ancora così male, ti ha sicuramente rubato un pezzo di "anima". Ma che persona è quella che ti fa a pezzi e poi se ne va? Non conosco la tua storia, posso intuire cosa significa, ma sono sicura che tu sei più importante del passato che hai. Usa la tua storia per te, ma non farti possedere da lei, non è giusto. Nemmeno per le nuove e belle persone che incontrerai. Ognuno ha in suo bagaglio da portare, quel bagaglio ti ha trasformato. Io sto cercando di usarlo per crescere, per essere migliore. So che, prima o poi, il mio fardello farà comunque del male a qualcuno, perché ha creato paure, e sono gigantesche ma, ehi, io sono anche questo! C'è una frase che ho continuato a ripetermi e che dovrei ricominciare a ripetermi: "Sii indulgente con te stessa". A volte pensiamo che sia tutto potenzialmente sotto il nostro controllo e invece, semplicemente, non è così. Cosa possiamo rimpriverarci se qualcosa ci ha fatto soffrire? Probabilmente non avremmo potuto agire diversamente.
    Come ho già scritto, credo che noi siamo anche i nostri limiti.

    Mi piacerebbe sapere con chi sto parlando e, se vuoi, puoi scrivermi anche via mail.

    Mi ha fatto piacere sapere un po' più di te, ti chiedo ancora perdono per le parole di prima. A quanto pare non erano indirizzate a te. :)

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