martedì 23 agosto 2011

Ancora archeologia

Purtroppo le cose non migliorano.
Non molto tempo fa, sul Tg2 è andato in onda un servizio sui volontari nei cantieri archeologici, persone non pagate che, anzi, pagano per passare le ferie di agosto facendo gli "Indiana Jones", come sembrava suggerire la musichetta di sottofondo (e sia chiaro, per me Indiana Jones è un mito, ma so bene che io e lui non facciamo lo stesso lavoro). L'Associazione Nazionale Archeologi aveva già provveduto a denunciare la cosa e a cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica sul nostro problema: professionisti che studiano minimo 7 anni (minimo!) per fare un lavoro rigoroso al servizio della comunità e della storia, la maggior parte disoccupati, anche a causa di queste discutibili iniziative, spesso mal tutelate.
Nel mio piccolo mi attivo per cercare di far capire, ancora una volta, la condizione della nostra cultura nazionale. Non vi sentite un po' tutti presi in giro?

Scavi in mano ai "turisti dell'archeologia", e le associazioni si arricchiscono


12 commenti:

  1. Beh dai non vi va cosi male, ci sono categorie messe peggio, piglia ad esempio gli informatici

    - Informatici-in-tv: son sempre dei ciccioni, o dei ragazzi coi capelli un po' lunghi magrini e comunque tutti e due i tipi super sfigati, senza amici che si mangiano delle barrette di non so cosa e che per hakerare la super mega banca provano una password a mano al volo.
    - Informatici-vita-reale: sono visti come quelli che aggiustano il tuo pc che non funziona.

    In realta' Ci sono gli aggiusta pc, o quelli che passano la loro vita a studiare e inventare giorno e notte cose nuove (Quelli che vi danno gli strumenti per lavorare, scanner e attrezzature varie).
    Ok, i secondi un po' sfigati e senza amici lo sono ma almeno non mangiano barrette di non so che.

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  2. I neerd :)

    Sì, capisco cosa vuoi dire... però qui non si tratta di immaginario collettivo (nell'immaginario collettivo ci va piuttosto bene: Indiana Jones, Lara Croft, Relic Hunter...) il problema è il lavoro, quello vero, quanto poco siamo considerati nel mondo reale e come questa scarsa considerazione influisce sulle nostre paghe, sui nostri diritti e sulle condizioni in cui siamo costretti ad agire.
    Se non l'hai ancora fatto ti suggerisco di leggere l'articolo. Come ogni lavoro anche il nostro è al serivizio della comunità, ma spesso la comunità non sa come vengono trattati i suoi beni comuni e cosa invece dovrebbe pretendere che si facesse per tutelarli al meglio.

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  3. Ha ragione! A loro va molto peggio, e tu non sai valorizzare quello che hai :)

    Pensa a quanta' creatività' stai sprecando cercando di spiegare agli altri in cosa consiste veramente il tuo lavoro.
    A chi interessa sapere che un informatico o un archeologa buttano via parte del loro tempo in ricerche che alcuni possono considerare inutili. A chi interessa che lo stradino, o l'impresa di pulizie si alzino alla mattina alle 5 per farti trovare un ambiente vivibile, sapendo che poi, voi, persone per bene, prima di mezzo giorno avrete già' ridotto tutto peggio di prima.

    Ragazza, e' ora di dar sfogo alla propria creativita'.
    Indy piace a tutti, cavalca l'onda dell'emozione e inventa storie fantastiche, di tue discese tra grotte e cascate leggendari, forzieri e trappole nascoste. La gente vuole sentir raccontare storie diverse da quello che e' la vita reale. Tutti sanno com'e' passare 10 o più' ore della propria vita a lavoro.

    PS: Puoi spiegare meglio in cosa consiste il tuo lavoro (in generale la vostra categoria).
    Pur rispettando ogni lavoro, considero alcune categorie come la vostra, inutili alla società (soprattutto se non avete storie fantastiche da raccontare).
    Il mio punto di vista e' questo:
    - Medici (Ospedalieri, dentisti ecc) aiutano le persone che han problemi. [Hanno un costo sulle persone/stato ma offrono un servizio]
    - Tecnici/Operai, creano gli strumenti che tutte le altre categorie utilizzano dal semplice frullatore alle infrastrutture utilizzate in medicina, archeologia,ecc) [Il costo e' del cliente che riceve un prodotto, e i costi di ricerca sono a carico delle società']
    - Camerieri/Pulizie/... - Considerati meno da tutti, e qualche volta invisibili come persone a molti, offrono un servizio in cambio di poc. [Costo a carico della società' che offre comunque un servizio].
    - Universita/Archeologia/Letteratura - Scopo puramente didattico, non stai creando/inventando cose che possono dare vantaggi ne in un futuro vicino o lontano [Costi a carico dello stato o di privati che han soldi da buttare]

    NOTA queste sono mie opinioni, motivate e credo condivisibili da chiunque, sicuramente non conosco niente dell'ultima categoria, ma sicuramente non ha un ritorno economico alla società.

    (Non e' una critica, e' solo una spiegazione di quello che penso io, per avere una risposta più mirata a quello che non conosco. Grazie in anticipo)

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  4. In realtà non sono l'unica a credere che l'Italia potrebbe agevolmente campare sulla propria cultura. Abbiamo una miniera ed è il nostro passato.
    Chiedi a chiunque, all'estero, ti dirà che se non è ancora venuto in Italia sogna di farlo. Soprattutto in estate, durante il periodo delle vacanze, vedo turisti (dalle mie parti, sul lago di Garda c'è pieno) che si rifanno gli occhi solo guardando fuori dai finestrini del treno, e per noi è tutto così normale...
    La scaletta che hai scritto tu, comprensibile, deriva in gran parte dal fatto che viviamo in una nazione nella quale le meraviglie che possediamo sono date per scontate.
    L'anno scorso sono stata in Giordania. Le condizioni di vita sono terribilmente diverse dalle nostre, caseggiati di cemento armato stanno sorgendo ovunque e la gente ha gran poca voglia di lavorare (erano meravigliosi con quello sguardo da perenne siesta davanti ai negozi a fumarsi sigarette), eppure hanno capito una cosa che temo noi non comprenderemo mai: la gente paga, qualsiasi cosa, pur di vedere la loro storia (e sono ferrei nei regolamenti per il turismo, si potrebbe quasi dire che "il turista ha sempre ragione"). Hanno luoghi stupefacenti, Petra finora è lo spazio di terra più bello che io abbia mai visto, ma niente di paragonabile a quello che possediamo noi!
    Conta poi che là non sono ancora arrivati a livelli di progresso nella ricerca con i quali lavoriamo noi (e anche in questo caso l'Italia dovrebbe occupare un posto di eccellenza, ma perde il primato con la nazione senza storia numero uno: l'America) e non sono inutili storie che ci raccontiamo, contribuiscono - o dovrebbero contribuire - all'arricchimento delle storie fantastiche di cui parlavi tu.
    Sono la prima ad annoiarsi, ma so quanto può dire e quanto può affascinare il nostro passato. Abbiamo strade intere dove passavano piedi stretti da sandali di pelle, carri carichi di spezie dall'oriente; abbiamo case, muri, tetti che hanno visto storie tutte diverse, che hanno conosciuto sorrisi e preoccupazioni, che tengono nascosti incendi o camere murate, che hanno sentito incantesimi, confessioni, sussurri di amanti.

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  5. Finché non riusciremo a credere che anche questo, come i film e i best seller, possa far girare l'economia, nessuno si prenderà la briga di pretendere che queste storie vengano raccontate nel migliore dei modi, e continueremo ad avere noiose descrizioni dei panneggi delle statue (chissenefrega!!), musei con vetrine impolverate, caste di professoroni che si sentono eletti solo perché possono toccare dei pezzi di ceramica (e io da cittadino pretenderei di poterli tenere in mano, cavoli, siamo pieni!).
    Potremmo spendere davvero molto di più di quello che stiamo spendendo adesso per tutto questo ma, anche se possiamo avvalerci di ben poco, tutti noi dovremmo chiedere di più.
    Pretese, pretese, pretese! E' tutto vostro, ogni singola casa di Ercolano è una potenziale estensione della vostra camera da letto, come vorreste che venisse trattata?
    Non posso permettere che dei professionisti di altri rispettabili lavori, per giocare agli archeologi, sciupino anche il minimo particolare di questo quadro.
    La nostra carriera di studi si è notevolmente ampliata negli ultimi anni per darci il massimo della preparazione possibile, tutta per voi. A me sta bene, ma sai... Ecco, fino alle medie sono cresciuta nel sogno di riuscire, da grande, ad inventare la macchina del tempo: volevo vedere tutte quelle persone, come vivevano, gli oggetti che usavano, come muovevano le loro mani, come ridevano, come guardavano le loro case, come consideravano la propria vita, come si vestivano, desideravo il minimo dettaglio di precisione. Un giorno mi sono rassegnata all'idea che sarebbe stato impossibile riuscire, proprio io, dove tutti avevano fallito, così ho abbassato un po' il tiro. Non credo di averlo abbassato di molto, comunque. Finché il mio braccio ne avrà le forze non muoverò il mio arco dal bersaglio: voglio che tutti possano vedere esattamente ciò che vedo io grazie al mio lavoro, perché è davvero troppo bello da tenere chiuso fra poche privilegiate persone.
    Vendiamo sogni, sogni vicini alla realtà, ma così distanti da quello che viviamo ora. Chi non pagherebbe per dei sogni così?
    E tu mi dirai, e avresti ragione: nessuno finora ce li ha mai fatti vedere. Incazzati! Perché la possibilità esiste, eppure nessuno si muove per crederci!
    Come me tante altre persone, spesso quelle che fanno lavoro pesante in cantiere e che i libri hanno smesso di vederli tempo fa (sicuramente non per scelta ma per politiche di guadagno delle ditte), sentono ancora di poter regalare tutto questo, ma prima o poi si scontrano con la vita, con il bisogno di una casa, di una famiglia, e sono costretti a cambiare lavoro perché quello che hanno sudato per fare nel migliore dei modi non dà loro abbastanza soldi. Ogni volta che un mio bravo collega molla e il motivo è letteralmente il "pane", io penso che abbiamo perso un altro ingranaggio fondamentale e che finché continua così non riusciremo mai a fare ciò per cui abbiamo così tanto faticato: servire il nostro Stato, arricchire la sua storia, farlo brillare nella rosa del mondo per la sua miniera di diamanti.

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  6. ... Caspita, talmente lungo che non sono riuscita a farlo stare in un unico commento :)
    Perdona la prolissità! :)

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  7. Veramente belle parole, si vede che ti piace proprio quello che fai.

    Anche se dalla descrizione, una persona che non sa assolutamente niente del vostro settore (me) tende a pensare a "guida turistica" e non "archeologa", anche se immagino che la guida turistica (non i "ragazzini" che fan qualche soldo d'estate) abbia una cultura abbastanza approfondita su quello che sta' descrivendo.

    Per quanto riguarda la questione economica mi piacerebbe davvero sapere di quanto si sta' parlando. Venendo da settori tecnici e di ricerca industriale tendo a vedere (e io sono una di quelle) persone che abbandonano un lavoro per un altro pagato meno della meta' solo per poter accedere nel weekend alle attrezzature dell'azienda per portare avanti (senza essere pagato) delle ricerche nel quale crede.

    Ti sembrerà strano ma in un bel po' di industrie c'e' questa mentalità che prende il nome di Open Source. Rendere pubbliche le ricerche i design, i codici sorgenti permettendo a chiunque crede nel tuo progetto di imparare e collaborare. Non esiste un capo, non esiste uno stipendio, c'e' solo la volontà di ottenere/creare qualcosa di migliore per tutti.

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  8. Tutto quello che c'è dietro a qualsiasi guida museale lo studiamo noi, ciò di cui parla l'abbiamo portato alla luce noi... Non ci si vede molto, ma siamo il motore della macchina.

    Di quanto, il termini di cifre, adesso si parla di poco rispetto a quello che entra in altri settori decisamente più incentivati. Però sono fermamente convinta che i beni culturali, in un Paese come l'Italia, se gestiti al meglio (intendo inserimento in reti di visita, abbinamento a percorsi paesaggistici ed eno-gastronomici, perché no anche "spettacolarizzazione" del bene, una parola di cui nel nostro settore hanno così tanta paura) riescano a muovere ingranaggi di altro tipo, come strutture di ricetto, città intere con i propri negozi, editorie, mondo dello spettacolo (nel quale viaggiano un sacco di soldi), architetti, ingegneri, settori scientifici dei più disparati (che lavorano con noi ci sono anche biologi e medici). Tra l'altro, lavorando nell'informatica saprai che c'è un intero settore, e non da poco, che nel mondo sta introducendo la cosiddetta "multimedialità", vista ancora come una brutta bestia i Italia e utilizzata solo in pochi fortunati musei.

    Conosco gli open source e vi ho sempre stimato moltissimo per questo! L'informatica è un campo che mi ha sempre affascinato molto e, tra gli altri, ho a che fare con un indispensabile programma open source, RDF, distribuito gratuitamente dallo IUAV di Venezia per i fotoraddrizzamenti (occupandomi specialmente di lettura stratigrafica delle murature e quando capita di rilievi archeologici su campo mi è assolutamente necessario per correggere gli errori di prospettiva)!

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  9. Non sono un informatico, ma ero un elettronico/idraulico, non quelli che ti svitano i tubi della cucina :) (turbine, sensori, e simili).
    Anche se scrivo un po' di codice per far andare la "meccanica" degli oggetti gli informatici tendono a sottolineare che non sono uno di loro :)

    Comunque non hai risposto alla domanda sul quanto.

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  10. Stamattina ho visto un pezzo di intervista sulla rai a Philippe Daverio. Gli hanno fatto la stessa domanda e ha giustamente risposto che le cifre, a livello nazionale, le capiscono poco tutti (io compresa, non so quanto fa di PIL nessun altro lavoro, quindi non riesco a paragonarlo), ha solamente detto: per i beni culturali in Italia attualmente si spendono 2 miliardi di euro, mentre per comprare un caccia americano sono stati spesi 18 miliardi di euro. Se dobbiamo guardare al nostro avvenire la storia mi insegna che è più importante la cultura di un popolo che i suoi aerei da guerra.
    Tra l'altro Daverio, che stimo molto, sostiene che, in qualità di contribuenti, già paghiamo per dei servizi, ma questi servizi non ci vengono dati. Sostiene anche che i beni culturali non dovrebbero creare profitto, ma non sono molto d'accordo. Di certo mi trova concorde nel pensare che l'idea di venderli o di puntare solo sugli oggetti simbolo per pubblicizzare qualche fiera della meccanica o dell'artigianato sia un'assurdità. Apriamo al privato, ma con intelligenza e collaborazione, l'idea del Ministero di trascurare le reti culturali territoriali per concentrarsi solo su pochi beni di altissimo pregio, per quanto mi riguarda, è un'assurdità, e muove poco l'economia.

    P.S.: sicuramente di computer ne sai più di me, ma perdonami per aver travisato... :)

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  11. Informatico con barretta25 agosto 2011 alle ore 11:37

    Precisiamo un po' di cose

    - Tu di computer non ne sai sicuramente niente (solo perche' sai usare il telecomando della TV non vuol dire che ne sai di televisioni e di come funzionano).
    - Gli elettronici non sono sicuramente degli informatici.
    - Gli elettronici non producono del codice a regola d'arte come i veri informatici.
    - Le nostre barrette sono fantastiche e voi non potete averle!

    :)

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