venerdì 30 dicembre 2011

Blackboard

Questa sera i miei pensieri vanno a quei piccoli pezzi di lavagna sporca che nessuno ha mai pulito. Che fastidio.

giovedì 29 dicembre 2011

Alex Cherry: Ink and Passion

"Non fidarti della momentanea bonaccia: fa presto il mare ad agitarsi; nello stesso giorno le barche affondano là dove si erano spinte per diporto. Chiunque disprezzi la propria vita, è padrone della tua". (Seneca)

































Alex Cherry: Ink and Passion

Source: DeviantART

lunedì 26 dicembre 2011

Come l'onda fa col mar

"- Volevo soltanto chiederle che strada devo prendere!
- Be', tutto dipende da dove vuoi andare!
- Oh veramente importa poco purché io riesca...
- Be', allora importa poco che strada prendi!"

(Alice nel Paese delle Meraviglie)


Queste vacanze di Natale arrivano dopo almeno una settimana di festa, durante la quale ho conosciuto un sacco di persone nuove, e ne ho riviste altre che mi hanno inaspettatamente e inspiegabilmente colpita.
E' già da un po' che sento il bisogno di riflettere e di fare ordine su alcune cose, e certo l'ultima sorpresa non ci voleva a turbare la mia infinita calma.
Ho finalmente trascorso un periodo natalizio sereno, senza ansie o tristezze che ne avevano rovinati così tanti... E' una novità che apprendo con gioia, perché da ora in poi saprò cosa significa stare bene da soli, o almeno cominciare ad assaporarne tutti i vantaggi! Ironia della sorte, dal nulla, spunta un pensiero che mi coccola e mi scalda il cuore, ma che non riesco a sviluppare, né a comprendere, e verso il quale, tutto sommato, sento paura.
Purtroppo credo di aver paura che questo pensiero non sia ricambiato nella sua ingiustificata intensità. Il mio pensiero persevera da quattro giorni: sfuma, rispunta, forse prima o poi mi abbandonerà, e probabilmente sarà meglio così, perché alla sua intensità non corrisponde una forte convinzione.
E' il pensiero di cose belle, e mi sconcerta corrisponda a lui. Anzi, è proprio del tutto assurdo.
Questi pensieri, che mi strattonano da una parte all'altra, non mi danno pace, ma so che non cercano di infastidirmi, vogliono solo essere compresi. Purtroppo per loro non ho nomi da dare, nè risposte soddisfacenti. Nella mia infinita confusione, infatti, vorrei essere solo egoisticamente certa di scoprirmi oggetto incontaminato dei suoi pensieri e della sua volontà, solo per non correre il rischio di essere io a soffrire.
Che inutili precauzioni! Perché non riesco ad occuparmi solo della mia, di volontà? Dovrebbe precedere qualsiasi altra congettura! Forse deriva proprio tutto da questo: che devo ancora riabilitare pienanamente me stessa; che devo ancora comprendere davvero cosa ritengo indispensabile.
Questo è uno dei buoni propositi per l'anno nuovo: ritrovarmi ed evitare pensieri troppo fuorvianti (ma quale lo è, davvero?), almeno quelli che non dispongono di solide basi sulle quali riflettere.
Per tutto il resto: "Que sera, sera"!

Per una volta sono assolutamente certa di una cosa: ho almeno imboccato la strada giusta.

"Le cose cambiano, rapide più dei perché...
... poi si confondono, scelgono loro per te"

giovedì 15 dicembre 2011

Schiuma come argento soffiato

Un  rilassarsi vicino alla perdita dei sensi, e una voce che sussurra dall'interno, dolce: Senti la sensazione di abbandono dal Controllo? Senti di l'assenza di potere sulla tua coscienza? Non ti stai divertendo? Non stai davvero bene?
Un sorriso dice di sì, ed è il mio. E quando sollevo le mani dall'acqua sono morbide rocce, con laghi frastagliati nei palmi, e trasparenti ragnatele di edera perlacea: pizzi di sapone. Oppure sgargianti stalattiti, gocciolanti calda umidità.
Che bello vedere tutto questo, perdersi in mondi che solo la nostra mente ci dice essere immaginari. E' proprio abbandonando per un attimo la consapevolezza della realtà che vi si ha accesso.
L'eccesso di gioia, per un attimo, mi guida verso il confronto con il passato, e il rischio di svegliarsi in una finzione indotta da troppo ottimismo è forte. Ma che male c'è nel ricordo, se il presente è migliore?
E' davvero sorprendente la meraviglia che può provocare una cosa da poco come un bagno!

mercoledì 9 novembre 2011

I hated

L'odio consuma. Già, mi direte, fortuna che l'ho capito. Sì, in realtà l'odio mi aveva già consumata un'altra volta nella vita, solo una, ormai quasi dodici anni fa. Si sa, il tempo non fa dimenticare ma attenua, e un sentimento accecante come l'odio non si rifiuta con tanta facilità.
C'erano tanti segnali che potevano avvertirmi e tante voci, ma ho voluto essere cieca e sorda.
Alcune persone a me vicine mi hanno lasciata bruciare, e credo siano state le più sagge. Già, perché altrimenti non mi sarei mai neanche avvicinata ad un'uscita, forse. "E' troppo presto", mi hanno detto, ma non capivo. Sono una persona impaziente, quando desidero qualcosa vorrei averla subito, e io desideravo solo stare ancora bene, ridere di gusto e diventare finalmente indifferente. Ho creduto di vedere una scorciatoia nel male: nel vedere tutto male. Non mi ero accorta del precipizio in fondo alla strada. Se si impacchetta il proprio passato e lo si demolisce, questo diventa un errore - un errore con tremende ripercussioni sul presente - ed è solo questione di tempo prima di rendersi conto di chi sia il soggetto di quell'errore. Operazione autodistruttiva, per l'appunto.
Eppure sembra di trovarsi su di una corsa irrefrenabile verso il suicidio psicologico, perché l'unica via d'uscita è pensare a cose positive, al fatto che non tutto sia da demolire... ma questo fa davvero troppa paura! Paura di scoprirsi conniventi con chi ci ha fatto soffrire, paura di arrivare a perdonare quello che ci è stato fatto. Non sfiora nemmeno il cervello che si tratti di due cose completamente differenti: infatti vedere con chiarezza ciò che è stato vissuto significa riconciliarsi con il passato, mentre perdonare è un'azione che si compie nel presente, e non è necessariamente richiesta.
Il panico, il dolore e la stanchezza hanno fortunatamente avuto il potere di svegliarmi, prima di soccombere (una personale caratteristica che trovo sempre molto utile), e i sogni mi hanno aiutata a vedere ciò che la mia mente si rifiutava di accettare.
Finché ieri sera mi sono accorta che un'azione stupida come mettermi la crema sulle gambe, prima di andare a dormire, è un indice ben preciso del mio stato di salute psichico (ieri sera, tanto per cominciare, l'ho messa - fosse anche solo per scaramanzia): era già qualche giorno che stavo male. Più che qualche giorno, anzi, è stato un latente e intero periodo di buio! Ecco, proprio ieri, a coronamento di una banale abitudine temporaneamente persa, ho trovato il coraggio - oltre che la forza - di capire una cosa in più: conviene sempre ascoltare i propri fantasmi.
Andare avanti a demolire una persona che si è scelta per anni porta solo alla distruzione. Non c'è niente e nessuno che mi chieda di prendere posizioni nei suoi confronti, ora, ma il mio passato ingarbugliato meritava da parte mia l'attenzione che si rivolge alla verità.
Ho voluto tagliare di netto con la mia storia, senza rispettarla, e ho lasciato indietro una parte di me che voleva solo continuare a crescere nel futuro con le sue colpe, le sue sofferenze, gli sbagli, le risate, le belle giornate, le lacrime, le ansie, i baci e gli sguardi. C'ero anche io. Come ho fatto ad incastrarmi a pensare che sia stato tutto solo male? Certamente lo è stato alla fine, ma perché prendermela indiscriminatamente con quello che ho vissuto prima?
La paura che se avessi ricordato davvero sarei stata meno forte è semplicemente illusoria, e deve sparire. Niente al mondo mi farà dimenticare il motivo per cui me ne sono andata, il perché restare nei giochi mi avrebbe fatto troppo male. E' stata una decisione giusta, della quale non mi pentirò mai. Perché dovrei pentirmi del resto? Ho sempre fatto tutto quanto era in mio potere proprio perché non dovessi mai trovarmi a rimpiangere niente. Come ho potuto dimenticarlo?
Adesso? Sono sola, e non mi sono mai sentita più autentica, d'altra parte mi rendo conto solo ora, davvero, di quanto sia difficile per me fidarmi. Paura anche questa? Indubbiamente, ma per una volta, forse, non è richiesto solo il mio sforzo per superarla. Su questo solo il futuro si pronuncerà.

Un'ultima nota: credo che i bambini siano gli unici ad aver capito come usare gli stivali di gomma quando piove!

giovedì 3 novembre 2011

Assenza

"C'è troppo bianco, qui. Tu vuoi che siamo troppo bianchi.
Io voglio il giallo (no, non il grigio, proprio il giallo: il bianco sporco).
Voglio che usciamo in strada, che ci teniamo per mano, che ci guardiamo negli occhi e ci vediamo per quelli che siamo davvero: sporchi.
Voglio che solo dopo, stanchi ma felici, portiamo il giallo in questa stanza, e solo così, infine, facciamo l'amore".

Ho cercato di dire cose ben più esplicite nella realtà, e non mi aspetto che mi si capisca in un sogno. Qualsiasi cosa avessi potuto dire ecco cos'era veramente importante: è sempre stato il bianco quello che voleva, la perfezione.
Io? Tra esami, stanchezza e clausura non faccio altro che pensare che è tutto qui quello che vorrei trovare dall'amore: tanto giallo.

























Le mie scuse per l'assenza.

mercoledì 5 ottobre 2011

What's my age again?

Agitata ed eccitata.
Non riesco a concentrarmi come ieri su quello che devo fare, perché trovo sempre priorità diverse rispetto alla tesina che devo fare su Parenzo (sempre che non mi ricordi che sto cercando di correre contro il tempo per tentare di stare il più tranquilla possibile dopo).
Sono piena di ansie - è il periodo -, ma almeno una penso di averla quanto meno attentuata: oggi ho chiacchierato, dopo un mese che non ci sentivamo, con il ragazzo che-ha-scelto-sé-stesso e ho la sensazione di aver riacquistato un po' di punti di forza. La verità è che, forse, quel poco che è successo fra noi non doveva neanche cominciare, ma credo che una bella amicizia possa continuare anche da qui, e non voglio che pensi nemmeno lontanamente che io non sia ben disposta nei suoi confronti. E anche questa è fatta!
Ieri sera ho conosciuto la mia nuova coinquilina, A., una piccola pazza che sembra promettere bene e che assomiglia un po' ad un folletto dispettoso, al quale si deve ricordare sempre di rispondere con una risata.
Se da una parte è arrivata A., dall'altra c'è il mondo della mia amica storica S., con la quale sono uscita un paio d'ore, per salutarla prima di sprofondare nell'oblio degli impegni che mi nasconderanno all'umanità fino a metà novembre. La sua è una vita ormai fatta di numeri, che siano anni o euro, un futuro prossimo che prevede mutui sulla casa - quella che un giorno ospiterà i suoi figli - ed eventuali secondi lavori, per sopperire ad eventuali carenze lavorative, dovute ad altrettanto eventuali maternità.

Non sono indietro con gli studi e ormai sto finendo una scuola post-lauream, ma è come se mi sentissi da qualche parte fra A. ed S., nell'impossibilità di avere ancora vent'anni e nella paura di ridurre la mia vita a dei calcoli (che, sono sicura, la mia amica comunque viva con serenità).
Aspetterò il momento in cui, ricevuto il diploma, dovrò fare i conti con la domanda dei salti-nel-vuoto per eccellenza: "E adesso?".




sabato 1 ottobre 2011

Bad ghosts

Altra nottata di incubi provenienti dal passato. E' quasi come se stessi ricostruendo la sua vita nei miei sogni, per fortuna non così assiduamente come qualche tempo fa. Ora urlo, gli dico di sparire, e tutto sommato è già un po' una vittoria. Arriverà il giorno in cui potrò reagire definitivamente anche nella realtà. Per il momento quello strano sapore amaro che resta dopo i sogni, sonnecchia da qualche parte nei miei occhi stanchi e nel mio respiro incerto, ma non intendo dargli troppo tempo: è solo un fantasma astioso, e i morti non parlano.

"Apri gli occhi: non avrai bisogno di nient'altro. Il cuore mente, e la testa gioca strani scherzi, ma gli occhi vedono la verità. Vedi con i tuoi occhi. Ascolta con i tuoi orecchi. Assaggia con la tua bocca. Annusa con il tuo naso. Senti con la tua pelle. Dopo tutto questo viene il pensiero, solo dopo, e in tal modo potrai conoscere la verità". (G. R. R. Martin - Il grande inverno)

lunedì 12 settembre 2011

Adapt or die



"Music: The combination of sounds with a view to beauty of form and expression of emotion." (Hanna)

Oh, ecco. Dopo Faver Ray, dopo i Celti, dopo che oggi riscoprivo lo stesso slendido suono ancestrale - così mescolato con ritmi nuovi e gracchianti che scavano qualcosa nel profondo dei miei occhi - dei School of Seven Bells, dopo che mi dicevo "Come ho fatto a dimenticare di nuovo?", ecco: Hanna. Mai avrei sperato che la mente di qualcuno, in questo caso di Joe Wright, parlasse la mia stessa, identica lingua, quasi mi stesse facendo l'occhiolino.
Forse non è un film proprio originale, forse ha mancato qualche perfezione, ma chiunque mi chiedesse un parere in merito mi troverebbe muta, con le iridi scintillanti, perché l'ho sentito mio, e come fai a spiegare perché ti piace qualcosa che parla da dentro?
E' ufficialmente diventato uno dei miei film preferiti di sempre. Neo-paleolithic, fratelli Grimm, il visino senza tempo di Saoirse Ronan (di cui mi sono follemente innamorata), funghi al contrario e Chemical Brothers non potevano non avere tutto il mio più sentito appoggio. Ringrazio chi di dovere per avermi dedicato, a sua insaputa, questa pellicola!

Drop the beat.

domenica 11 settembre 2011

The dream of love is a two hearted dream

"Lonely, loney, loney, cos my mother told me
The dream of love is a two hearted dream" (Bat for Lashes - Sleep Alone)

Questo 2011 è veramente una fregatura. In un anno sono riuscita a "perdere" non uno, ma due uomini e, considerato che al 31 dicembre mancano ancora quasi tre mesi, mi dichiaro ufficialmente un po' preoccupata. Che dire? Il primo, dopo quattro anni, ha scelto un'altra, il secondo sé stesso. Tutto sommato vedo un miglioramento! (Risata registrata)
Col migliore dei propositi cercherò di leggere tutto questo come il necessario prezzo da pagare, i gradini che mi stanno portando più in alto, perché tutto quello che ho chiesto sinceramente e con reale intensità, alle stelle, è di avere una vita felice.
Nel frattempo devo fare i conti con me stessa e conservare con cura i frammenti di ciò che è rimasto di me. Oggi posso cominciare a farlo. Perciò ecco quello che sono sempre stata solamente io, le mie abitudini, le mie coccole più profonde, le mie ancore nelle tempeste più nere:

- Il sapore del dentrificio in bocca;
- La felpa di sera, quando fa freddo;
- Un romanzo fantasy prima di addormentarmi;
- Le storie a puntate quando chiudo gli occhi;
- L'odore del letame sparso sui campi.

Non sarà tutto, ma credo siano ottime basi da cui ripartire.
Da sola.

sabato 10 settembre 2011

Sì, sono una pazza, scriteriata, paranoica e permalosa.
A chi non capita di avere giornate no? Non posso capire una persona a cui la vita sembra andare sempre bene, che fa spallucce a qualsiasi cosa, che se c'è una mosca che la infastidisce semplicemente gira i tacchi e se ne va. Quello che passa a me, di un atteggiamento come questo, è che non gliene importi proprio niente di niente e di nessuno; che il mondo, volendo, potrebbe anche iniziare a girare al contrario.
Mi piacerebbe essere così? Sì! A chi non piacerebbe? Vivrei immersa in una bolla di assoluto egocentrismo, condito con abbondante menefreghismo. Forse non saprei cos'è la tristezza e cos'è la felicità, ma chisseneimporta? Equilibrio, stabile, permanente, intangibile: sono la più piccola particella del mondo, ma  solo i miei occhi possono far girare l'asse terrestre.
Invece no, non potrò mai essere così. Vicino a certe persone sono solo condannata ad essere un satellite che si affanna a carpire il segreto di un inutile Buddah. E' questo che mi affascina tanto? Non essere in grado di smuovere un capello della sua mite e infinita pacatezza?
Eccomi: questa è una giornata no. Probabilmente ne seguiranno altre: ne ho il sacrosanto diritto. Come si suol dire: pigliatevi carne, perché oggi vendiamo solo quella.

mercoledì 31 agosto 2011

Ma fuck!

Ma chi sono, poi, io? Il babbo Natale degli stronzi?
Com'è che, gira e rigira, devo sempre essere quella che regala scusanti, che sorride quando le si tira merda, che incassa le critiche, anche quelle più distruttive?
Per quale recondito motivo se capita che mi crolli addosso un grattacielo, il primo Merda che passa e che fa la "fatica" di levare un mattoncino dalla cima delle macerie, potrebbe rischiare di godere della mia eterna gratitudine?
C'è una qualche legge secondo la quale il fatto che io possa concorrere a miss la-più-accomodante-delle-persone implichi, come premio, dei calci in culo?
Ma, soprattutto, perché non mi basta essere arci-stufa di questa condizione?
Non è che, per caso, io sia schiava dell'amore per la libertà altrui, ma non c'è verso che sia tanto accondiscendente da concederla anche a me stessa?
Ogni tanto un sano "vaffanculo" alla persona giusta può essere risolutivo. Ho disimparato a litigare.


lunedì 29 agosto 2011

Sogno pomeridiano

C'era una festa vicino ad un edificio storico, una specie di cattedrale il cui interno assomigliava a quello della mia cantina. Tanto era buio lì dentro, tanto era verde e soleggiato fuori.
Io e un altro paio di persone organizzavamo un pic-nic vicino agli alberi, su una strada asfaltata piena di pezzi di foglie. Alla mia sinistra il viale proseguiva e gli alberi si facevano sempre più fitti. Irresistibilmente attratta ho cominciato a camminare in quella direzione, per fare una passeggiata, curiosa. D'un tratto mi sono accorta che la via continuava ancora molto e che mi sarei allontanata troppo, così ho deciso di voltarmi e di tornare indietro. Solo che più avanzavo e più mi rendevo conto che il paesaggio era diverso da prima: ricordavo il pic-nic più vicino e ora al suo posto c'erano due strade nere di asfalto, con le strisce bianche, il guard rail e tutto il resto.
Per tentare di scegliere la via giusta ho seguito la musica che proveniva dalla festa e ho imboccato la strada a destra, che andava in salita. Ben presto mi sono accorta che non mi avrebbe riportato mai dov'ero prima. Anzi sapevo che forse mi avrebbe attesa qualcosa di spaventoso, un incubo, ma ho cominciato a saltellare.

sabato 27 agosto 2011

Consciousness

Consapevolezza. Dovremmo riflettere di più su questa parola, ma senza soffermarci troppo. Dovremmo capire il suo significato, ricordarcene e poi metterla in pratica.
Essere consapevoli delle nostre azioni, dei nostri pensieri, inseguirli, rincorrerli fino a raggiungere il nostro respiro. In questo modo, credo, potremmo trovare la gioia in ogni cosa e quindi in noi.
Ciò che facciamo, che pensiamo, che proviamo siamo noi. Anche la tristezza è noi, l'ansia, l'apatia è noi. Non esiste qualcosa che sia slegato dal nostro essere, perciò tutto è noi, solo che la maggior parte delle volte lo ignoriamo, lo subiamo, come se qualcosa dall'esterno stesse veramente lì a piegarci verso una condizione piuttosto che un'altra.
Arrendiamoci: non c'è niente da combattere, solo un intero mondo a cui prestare attenzione.

Prima di averci riflettuto, in un mio recente soggiorno a Trieste, l'ho provato. La consapevolezza di tante piccole cose ha aperto un mondo sconosciuto, straniero e brillante nella mia mente.
Così ho notato che Trieste è una città sospesa sulla corda di un funambolo, gli animi della sua gente sono sferzanti, come strappati qua è là dal vento. Mia sorella dice sempre, scherzosamente, che i triestini hanno la bora nella testa, e la trovo una cosa tanto curiosamente vicina alla realtà da farmi sorridere.
Un intero popolo di fantasmi vivi, che dopo cena si chiudono nei vicoli e nelle strade di colle San Giusto e restituiscono la propria città all'aria e al buio. Camminando in questa parte di Trieste, verso le dieci di sera, ho avuto la sensazione di essermi persa nello spazio e nel tempo, quasi stessi avanzando fra le scene di un teatro troppo profondo. Anche di giorno, a Trieste, i suoni giungono nelle case come se provenissero da ogni parte,  stranianti, ognuno da un angolo diverso da quello che ti aspetteresti.
Non puoi che abbandonarti, o scegliere consapevolmente di opporti.
Questo ritrovarmi ad essere forzatamente chiamata alla decisione e alla comprensione di me stessa, in ogni forma, mi ha portata in ultimo ad accorgermi, davvero, anche del rumore ovattato e innaturale dell'acqua nelle orecchie e del colore troppo intenso del cielo sopra il mare.
Al mio ritorno mi ero ripromessa di appuntare subito queste emozioni, per non dimenticarmene, ma l'inedia, il dovere e la stanchezza mi hanno fatta sprofondare nella strana e fastidiosa condizione di ritrovarmi vittima di me stessa.
Che peccato dimenticarsene! Eppure tutto ciò che ho vissuto era ancora qui con me.


venerdì 26 agosto 2011

Friend-ship

"Chi è dappertutto, non è da nessuna parte.
Quando uno passa la vita a vagabondare, avrà molte relazioni ospitali, ma nessun amico". (Seneca)



giovedì 25 agosto 2011

In libertà

"Mai tornare indietro, neanche per prendere la rincorsa." (A. Pazienza)

A non guardarsi indietro ci sono arrivate un po' tutte le culture, nella storia. Possibile che l'uomo se ne dimentichi sempre? E' più forte di noi - anche questo avevano già notato -, ma chi si volta è perduto, diventa una statua di sale.
Non si vive così. Nella vita non si dovrebbe aspettare, mai. Solo andare avanti, sempre.
In fondo siamo abbastanza complessi da poter bastare a noi stessi. Cosa temiamo, davvero? Dovremmo fidarci di ciò che ci ha insegnato il passato, di quello che ci è stato detto da ogni voce, e non tornare indietro per verificare se è ancora vero.
Questo è abbandonarsi alla vita.
Le più belle soprese arrivano quando non ce le aspettiamo.



martedì 23 agosto 2011

Ancora archeologia

Purtroppo le cose non migliorano.
Non molto tempo fa, sul Tg2 è andato in onda un servizio sui volontari nei cantieri archeologici, persone non pagate che, anzi, pagano per passare le ferie di agosto facendo gli "Indiana Jones", come sembrava suggerire la musichetta di sottofondo (e sia chiaro, per me Indiana Jones è un mito, ma so bene che io e lui non facciamo lo stesso lavoro). L'Associazione Nazionale Archeologi aveva già provveduto a denunciare la cosa e a cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica sul nostro problema: professionisti che studiano minimo 7 anni (minimo!) per fare un lavoro rigoroso al servizio della comunità e della storia, la maggior parte disoccupati, anche a causa di queste discutibili iniziative, spesso mal tutelate.
Nel mio piccolo mi attivo per cercare di far capire, ancora una volta, la condizione della nostra cultura nazionale. Non vi sentite un po' tutti presi in giro?

Scavi in mano ai "turisti dell'archeologia", e le associazioni si arricchiscono


I will always be better than before

Have no fear
For when I'm alone
I'll be better off than I was before

I've got this light
I'll be around to grow
Who I was before
I cannot recall

Long nights allow me to feel
I'm falling, I am falling
The lights go out
Let me feel
I'm falling
I am falling safely to the ground

I'll take this soul that's inside me now
Like a brand new friend
I'll forever know

I've got this light
And the will to show
I will always be better than before

Long nights allow me to feel
I'm falling, I am falling
The lights go out
Let me feel
I'm falling
I am falling safely to the ground

lunedì 22 agosto 2011

Vision

Canzoni dalla mia infanzia... Ecco come sono diventata quello che sono!

Wishes

E' possibile che i desideri abbiano sulla nostra volontà una sorta di effetto placebo?
Che si avverino perché crediamo che debbano avverarsi?


martedì 16 agosto 2011

Strade

Per lavoro sono finita a scavare a 2200 metri per una settimana. Consapevole degli effetti che ha su di me la montagna, benefici e maliconici, per l'occasione sono partita con un bagaglio mentale da alleggerire in quota. Ho portato con me un libro e il mio taccuino da riempire ma, mi sorprende dire, non mi sono serviti. Ho scoperto che la fatica svuota la mente, che il silenzio porta risposte, che le risate sono panacee, che la vita degli altri è meditazione. Così eccomi a dare un senso più positivo e leggero a quello su cui stavo rimuginando prima di partire, che non smette di avere, per me, un senso profondo.

Camminando sulla strada della vita sembra che tutto scivoli via leggero, quasi istintivamente, che ogni cosa conduca a conseguenze considerate inevitabili. Lungo la via si prendono troppo spesso decisioni inconsapevoli, si saltano bivi considerati di marginale importanza. Non si solleva quasi mai lo sguardo dallo sterrato, dalle buche, dalle salite all'orizzonte, dalle agognate discese, e si perdono i paesaggi verdi e sconfinati, i cieli azzurri, le nubi bianche e quelle nere.
Non ci si accorge nemmeno dei rumori, neanche i più chiassosi, come quelli che salgono dai cortei che ti si affiancano lungo il cammino, composti da voci dissonanti, urlati dalle Convinzioni. Può essere addirittura ignorato anche chi, non invitato, ci accompagna e ci tiene la mano, bene intenzionato a non lasciarla: l'Orgoglio. Egli, a volte, grida più forte di tutto il resto, riesce a confondere persino l'Amore, che pervade ogni singolo passo. La confusione può essere fatale e nella mia vita ho ascoltato fin troppo Orgoglio, senza sentire quello che aveva da dire tutto ciò che mi circondava.
Ognuno di noi ha la capacità di essere sincero con sé stesso, di non arrendersi alle bugie, create per preservarsi da una inutile vergogna. Non possiamo arrenderci alle nostre stesse lusinghe, dobbiamo pretendere Verità per noi stessi, sempre. Se la Verità riesce a squarciare il velo, se i nostri occhi possono accorgersi dell'inganno allora, nel preciso istante in cui riusciamo a scorgere il nostro nemico, dovremmo avere il coraggio di fermarci e dirci:

Non è davvero questa la strada che dovrei continuare a percorrere, mi sta conducendo in luoghi distanti da me, mi sta allontanando dal mio essere, già riscoperto e così facilmente abbandonato. Questa strada può solo portarmi a prendere in prestito pensieri di qualcun altro, a temere le sue paure, a soffrire le sue gioie. A puntare ad obiettivi che non si vorrebbero realmente raggiungere.






venerdì 5 agosto 2011

Friday morning

"Ciò che io realizzo nel mondo è anche ciò che decido di fare di me stesso, che me ne renda conto o no". (L.M. Zanet)



giovedì 4 agosto 2011

Barboncini, protagoniste e sindromi

"Chi si accontenta gode" è una massima che ho sempre pensato non trovi spazio in amore. Ne sono tuttora convinta, ma noto sempre di più, in questa società, un tendere infinito alla perfezione, che fa male.
Non vi è mai capitato di non essere del tutto convinti del vostro partner, mentre vi trovate quella delicata Terra di Mezzo fra l'Occasionale" e la Frequentazione? Purtroppo non sto parlando di savoir-faire bensì, molto venalmente, di "bell'aspetto". No, non mi riferisco neppure ad individui conclamatamente brutti (anzi!), solo a quei piccoli difetti che ti si attaccano al cervello. Ho sufficiente esperienza per sapere che se c'è sincero amore si amino anche quelli, ma se si comincia dall'inizio in questo modo, c'è speranza? Se non c'è adrenalina, passione bruciante, notti insonni a fissare il soffitto, se tutto questo è presente, ma rassicurante e diffuso, può andare lo stesso?
Ho provato a concentrarmi sulla questione e devo dire, in tutta onestà, che se non ci fosse nessun minimo difetto, se la persona con cui ho a che fare fosse oggettivamente meravigliosa, io sarei già cotta e irrecuperabile. Ma perché c'è bisogno di quell'"oggettivamente"?


Ecco perché: mia sorella ha sottoposto alla mia attenzione il caso della sindrome "del barboncino". Per quanto non sia un cane che mi piaccia granché, la sua immagine attiva subito la corteccia cerebrale e il collegamento è immediato: trattasi di cane da esposizione. La patologia, più comune di quanto si pensi in ambo i sessi, provoca una strana alterigia durante il passeggio e pensieri quali "Visto il mio cane da esposizione? E' un soggetto ad alta tipicità di razza, buona la testa, buona la linea superiore e il torace, già abbastanza sviluppato tenendo conto la giovane età, buone angolature e gli appiombi, ben raccolti i piedi, buona la pigmentazione generale. Si muove bene. Molto promettente" (ok, questo è Docky, un Cocker Spaniel, ma il concetto non cambia).
Quale insano tasto tocca l'inutilità di avere un "uomo da passeggio"? Cosa si vuole comunicare alle nostre "simili"? Forse "Invidiami la facciata"? Cosa sentono le orecchie del nostro orgoglio? "Che bella coppia!"
Dubito che tanti di noi siano nati così e, a parte l'imprinting delle favole con annesso principe azzurro (che credo comunque abbiano rovinato molte vite), cos'è di queste inutili scemenze che ci condiziona ancora così tanto?
Ieri sera ho intravisto la causa nel pericolo di un altro tipo di sindrome, quella "della protagonista". Ecco, mi sono detta, le protagoniste ottengono sempre di stare con l'uomo migliore. Così ho fatto una ricerca, che fortunatamente mi ha positivamente stupita.
C'è almeno un caso eclatante, di partenza, che conosciamo tutti: Robin Hood e Lady Marian. Coppia perfetta, da favola, bello lui, bella lei. Ma vogliamo parlare della sempre poco malcelata possibile storia d'amore fra "Lady Cocca" e Little John? Chissà com'erano davvero, ma anche mettendosi d'impegno sono sempre meno irresistibilmente attraenti dei due protagonisti. Seguendo il primo esempio il postulato dovrebbe quindi essere: l'uomo della protagonista è sempre il più bello. E' davvero così?

Romeo e Giulietta? Rose e Jack (Titanic)? Meravigliosi e tragici: struggevolmente splendidi. Sandy e Danny (Grease)? I più belli del cast. Westley e Bottondoro (La Storia Fantastica)? Irraggiungibili. Carrie e Big (Sex & the City)? La storia impossibile (e quando si usa il termine "impossibile" non si allude alla possibilità che sia possibile a qualcuno).
Fin qua tutto mi dava ragione, stavo quasi per prendermela con gli sceneggiatori e i responsabili dei cast, quando mi sono accorta che, nonostante la bellezza, ciò che rende davvero indimenticabili queste coppie è che il loro è un amore davvero invidiabile, e che il loro fascino sopravviverebbe all'aspetto fisico.
Quindi a che serve l'"uomo da passeggio"? A ricordarci che siamo noi le protagoniste e le altre solo comparse? Forse è davvero così. Ben triste prospettiva.
Eppure, se si cambiasse punto di vista, se si ragionasse consapevoli che non c'è altro protagonista nella nostra vita se non noi stessi, uomini e donne, comparirebbe Léon, che è tutto tranne che bello, ma attraverso gli occhi di Matilde è l'uomo più affascinante del mondo, e lo è davvero; oppure Peter Parker, che non potrà mai oggettivamente competere con Harry Osborn, ma se fossimo in Mary Jane non avremmo dubbi; o ancora Paulie Bleeker... si potrebbe essere più d'accordo con Juno?
Ecco fatto. Il protagonista vero sceglie l'amore della sua vita e se ne frega.
E convince tutti.

mercoledì 3 agosto 2011

Suggested

Ci sono film che mi comprano. Cracks non è un capolavoro, ma scivola in qualche luogo dell'anima che lo insegue, minuto per minuto. La luce, così simile a quella che spesso è presente nei sogni; il ritmo che cerca risposta nel battito cardiaco; i particolari ricamati e scintillanti; il tempo fermo da qualche parte nella storia, nella calma apparente e nobile fra le due grandi guerre. Sono queste le caratteristiche d'impatto presenti in questo scrigno di pellicola.
Il resto è storia: la storia delle mille forme che può assumere la fragilità umana.
Consigliato!

Pazienza

Quando le persone dicono di me che sono paziente si sbagliano. Forse intendono che sopporto, di sopportazione ne ho tanta, ma la pazienza è un'altra cosa.
Con l'immaginazione riesco a vedere "prodotti finiti" di estrema meraviglia e mi attivo immediatamente per crearli o renderli reali, ma quando segue al pensiero l'azione, scalpito. Vorrei che le mie azioni procedessero perfette verso la meta, senza intralci, con soddisfazione, e allora sbuffo, creo scusanti per lasciar perdere, per intraprendere qualcos'altro.
Forse ognuno di noi, in fondo, anela al "tutto-e-subito", ma a me sta stretto, vivo questa condizione in modo limitante.
Ci vuole serenità, determinazione e capacità di seria riflessione. Il mantra dovrebbe essere "sarà-quel-che-sarà", mentre si continua ad incedere.

lunedì 25 luglio 2011

Cultura e profitto

"Quando si parla dei tagli alla cultura tutti si premurano di dimostrare che la cultura porta profitto, ma perché? Ma chi l’ha detto che tutto deve portare profitto, quando sappiamo che non è vero? Perché la missione in Afganistan non porta profitto, il Ponte sullo Stretto non porterebbe profitto, ormai persino l’alta velocità porterebbe ben poco profitto, perché proprio la cultura dovrebbe essere obbligata a portare profitto?" (Natalino Balasso)

Lettera a Luigi Meneghello sulla “cultura”

Air - Sing Sang Sung

Shadows

Le persone non cambiano. Si trasformano, passano periodi peggiori o migliori, crescono, sperimentano, ma non cambiano. Non è una cosa brutta, a me piace come sono, non riuscirei ad essere diversa nel profondo, però è certo che io sia cresciuta, che continui a farlo, e che mi piaccia particolarmente il periodo che sto vivendo, così sereno, spensierato, sempre col sorriso in faccia.
A volte però mi sembra che qualcuno, quella che sono stata fino a neanche sei mesi fa, cerchi di attirare la mia attenzione. Mentre danzo mi morde le caviglie, quando cammino mi trattiene la maglia, quando sogno mi affronta. E' come se mi ponesse sempre la stessa domanda: Cosa vuoi farne di me?
Io rimando, ne sono consapevole. Ho combattuto con il mio passato per mesi e adesso lo sto stipando in qualche angolo del mio essere per non vederlo. Eppure non posso dimenticare come sono stata: persa a rincorrere qualcosa di impossibile, impegnata a plasmare la mia vita in quella che non poteva essere, sanguinante di mille ferite, rassegnata a non vedere altra felicità all'infuori dei brevi momenti che mi erano concessi. No, non lo rimpiango, so bene come stavo.
Eppure c'è qualcosa in me che continua malignamente a sussurrarmi che ero "viva", e che adesso sto solo "vivendo".
La me stessa del passato mi ha solo insegnato questo, quindi? Ha inciso in modo indelebile la mia condanna all'insoddisfazione? Nella mia serenità attuale devo per forza pensare "Chi si accontenta gode"?
Non ci sto. Non è così che pensavo la mia vita quando da bambina guardavo fuori dalla finestra e immaginavo le persone che ne avrebbero fatto parte mentre ancora giocavano, come me, da qualche parte nel mondo.
Forse l'unica vera domanda da pormi è: "Se non avessi mai conosciuto la me stessa del passato ora starei meglio o peggio?" E la risposta potrebbe essere: probabilmente starei ancora aspettando di incontrare la mia ombra.

mercoledì 20 luglio 2011

Sapere dimenticato

Oh signora dai capelli biondi,
canta per me della bella terra antica.
La tua voce divina sussurra la poesia della magia che fluisce attraverso il vento,
come l'acqua dal sapore dolce del Boyne.




Shaman and Sorceress

lunedì 18 luglio 2011

Dance with me



Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro si allontana.
Oh, no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio;
se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto,
e nessuno ha mai amato.

(W. Shakespeare)

domenica 10 luglio 2011

Ognuno ha quel che si merita?

Certo studiare Economia e Gestione dei Beni Culturali per sostenere un esame domani apre gli occhi su tante situazioni al limite dell'improbabile in un'Italia per la quale i Beni Culturali sono stati definiti il "petrolio della nazione". Leggi ferraginose e contraddittorie, riconoscimenti fasulli, elenchi ministeriali che ancora non vedono la luce nonostante l'entrata in vigore della legge di riferimento e assenza di qualsiasi provvedimento, penale o amministrativo, per chi contravvenga alle disposizioni in materia di archeologia preventiva nei lavori pubblici. Mentre il sistema si diverte a far diventare scemi i suoi cittadini, chi ci guadagna? Non certo noi.
Intervista ad Astrid D'Eredità, giovanissia segretaria nazionale dell'ANA (Associazione Nazionale Archeologi), su LaRepubblica del 20 giugno: Leggere per credere.

L'Italia peggiore

Fonte: ANA























... perché i soldi, se ci va di lusso, noi li vediamo solo così.

venerdì 8 luglio 2011

I found myself alive

In the nighttime
when the world is at it's rest
you will find me
in the place I know the best
dancin', shoutin'
flyin' to the moon
(you) don't have to worry
'cause I'll be come back soon

and we build up castles
in the sky and in the sand
design our own world
ain't nobody understand
I found myself alive
in the palm of your hand
as long as we are flyin'
All this world ain't got no end

in the daytime
you wil find me by your side
tryin' to do my best
and tryin' to make things right
when it all turns wrong
there's no fault but mine
but it won't hit hard
'cause you let me shine

and we build up castles
in the sky and in the sand
design our own world
ain't nobody understand
I found myself alive
in the palm of your hand
as long as we are flyin'
this world ain't got no end


Fine del sano lavoro di cantiere, inizio del delirio sui libri che durerà fino a venerdì.
Nella mia testa sono avvenuti tanti di quei cambiamenti in un solo mese che faccio fatica a comprenderli, quanto al seguirli è come se fossi impigliata nelle briglie di un animale impazzito - le mie innumerevoli e contradditorie emozioni.
A volte ringrazio, altre maledico tutto.
Durante il giorno amo il mio presente al punto da aver paura che si distrugga, nella notte le stesse paure fanno riemergere il passato, quasi mi mettessi in guardia da sola sugli errori che potrei commettere, sul male che rischio di lasciarmi provocare.
Non so dove sto andando, forse mi trovo solo su una divertente e snervante altalena, ma so per certo che se sto sbagliando lo sto facendo finalmente in modo nuovo!


lunedì 13 giugno 2011

ma sìììììì!!!!

 Esultanza!!!! Niente da aggiungere. L'Italia s'è desta?

Fonte: Ansa

Comunicazioni di servizio

Prossima settimana all'insegna di Trenitalia (per la gioia dei suoi dipendenti e la mia disperazione), ma soprattutto del nomadismo!
Prima tappa stasera, a Verona, dalla mia coinqui principalmente per un rapido training, ma anche per mollare le valigie..!
Seconda tappa a Bologna per fare festa-come-capita... happinesss!!!!
Terza tappa a Trieste da mia sorella, per altra festa, un po' più organizzata, l'XI edizione del Triskell! Spero di trovare un torques, di bere tanto idromele e di ballare tantissimo!
Infine ritorno a Verona... ma solo per ripartire per un mese di scavo: campagna 2011 al castello di Illasi. Non vedo l'ora di rivederlo, anche se mi secca che dovrò studiare a fine giornata e non potrò farmi aperitivi in compagnia...
Tutto questo per farvi fare i cavoli miei? Sì! Ma soprattutto per farmi assolvere da assenze sul blog che saranno, purtroppo, obbligate. Ho tantissime idee e pensieri che mi girano per la testa, li terrò in caldo, confidando nella vostra pazienza!
Per chi di voi andrà in vacanza (invece di sgobbare 8 ore al giorno sotto il sole - divertendosi tantissimo) auguro tanta pace, serenità, lunghi momenti di ispirazione e contemplazione (con annesso sorriso ebete), e tantissima festa!

Arrivederci a presto (o tardi)!!


domenica 12 giugno 2011

Autour des oliviers palpitent les origines

Una canzone profetica prima di andare a votare, sperando saremo ancora in grado di cambiare i nostri destini.



A l'envers à l'endroit

On n'est pas encore revenu du pays des mystères
Il y a qu'on est entré là sans avoir vu de la lumière
Il y a là l'eau, le feu, le computer, Vivendi, et la terre
On doit pouvoir s'épanouir à tout envoyer enfin en l'air

On peut toujours saluer les petits rois de pacotille
On peut toujours espérer entrer un jour dans la famille
Sûr que tu pourras devenir un crack boursier à toi tout seul
On pourrait même envisager que tout nous explose à la gueule
Autour des oliviers palpitent les origines
Infiniment se voir rouler dans la farine

A l'envers, à l'endroit, à l'envers, à l'endroit
A l'endroit, à l'envers, à l'envers, à l'endroit

Y'a t'il un incendie prévu ce soir dans l'hémicycle
On dirait qu'il est temps pour nous d'envisager un autre cycle
On peut caresser des idéaux sans s'éloigner d'en bas
On peut toujours rêver de s'en aller mais sans bouger de là

Il paraît que la blanche colombe a trois cents tonnes de plombs dans l'aile
Il paraît qu'il faut s'habituer à des printemps sans hirondelles
La belle au bois dormant a rompu les négociations
Unilatéralement le prince entame des protestations
Doit-on se courber encore et toujours pour une ligne droite ?
Prière pour trouver les grands espaces entre les parois d'une boîte
Serait-ce un estuaire ou le bout du chemin au loin qu'on entrevoit
Spéciale dédicace à la flaque où on nage, où on se noie

Autour des amandiers fleurissent les mondes en sourdine
No pasarán sous les fourches caudines

A l'envers, à l'endroit, à l'envers, à l'endroit
A l'endroit, à l'envers, à l'envers, à l'endroit

(Noir Desir)

venerdì 10 giugno 2011

Another recent past

Domani sarà il mio definitivo ultimo giorno di lezioni alla Scuola di Specializzazione.
Questi due anni sono volati. Su uno sfondo tendenzialmente nero, che ha caratterizzato l'intero periodo, un'infinità di puntini multicolore hanno creato, per lo più senza che io me ne accorgessi, costellazioni di straordinaria bellezza. Mai come quest'anno ho trovato tanti preziosi e insostituibili compagni di viaggio, tante persone ognuna diversa, ognuna speciale, tutti amici. Questo è il regalo più prezioso che un post-lauream che mirava solo ad un pezzo di carta poteva donarmi. Nuove competenze? Certo. Maggiori capacità? Ovvio. Ma un 2011 di persone come queste? Mai me le sarei aspettata.
Sono contenta che finalmente si concludano le mortali settimane di full immersion, 8 ore al giorno di lezione per 6 giorni filati, mi rimane un po' il boccone sul gozzo se penso che comunque mi aspettano gli esami di quest'anno e la terza tesi della mia vita, ma loro mi mancheranno tantissimo, e questo sentire prevarica la gioia della fine.
E' proprio vero che quando non si hanno più aspettative, quando si dà per scontato che ormai tutto sarà uno schifo, ma almeno hai poche cose buone e le tue passioni cui aggrapparti, capitano le sorprese più strane e meravigliose della vita. Non faccio altro che stupirmene, eppure la mia storia continua ad insegnarmelo, ogni volta. Bisogna davvero guardarsi dal desiderare intensamente qualcosa perché si potrebbe ottenerlo: quando ci si rassegna a lasciarsi andare alla vita, essa ricompensa a larghe mani, molto oltre le nostre aspettative.

Perciò ecco, l'ultimo regalo che voglio fare alla mia allegra combriccola, e a tutti coloro che con questo riusciranno a capire quanto ci siamo divertiti, anche con pochissimo: le citazioni delle nostre presentazioni del corso odierno di Museologia. Questo è per voi, cari compagni!

"Scansita in maniera cogente" (Antonio 14:50);
 "Parole che sono fatte di edifici in una realtà complessa (prof. 15:05);
"Azzeccate l'ingegno" (prof. 15:10);
"Il ritmo, percorso come un respiro" (prof. 15:17);
"La possibilità di non perdere questa possibilità è una possibilità che va mantenuta" (Elisa 15:41);
"E questo è l'elevato... no, questa è la pianta" (Ilaria 16:02);

Sezione caso umano (da leggersi preferibilmente con spiccato accento siciliano):

"E' fornito di un visitor centerS" (Rosa 16:20);
"Come diceva la mia collega Chiara nella sua presentazione originale" (Rosa 16:33);
"Però comunque noi del mondo greco abbiamo a che fare con queste cose" (Rosa 16:36);
"Noi studiosi propendiamo per una copertura a tetto piano" (ma chi? Rosa 16:41);
"Si potrebbero mettere delle palme nane" (Rosa 16:44);

"Quello che lavora sulle pietre lapidee" (la tautologie: prof. 16:48);
"E' un cratere archeologico" (prof. 17:18);
"Devono essere suscitati degli interrogativi" (Elena 17:35);
"Attraverso quella che abbiamo chiamato camera di decompressione" (la sottoscritta 17:40).





Grazie ragazzi!!

mercoledì 8 giugno 2011

I'm not scared

Ho grandi, enormi problemi con il mio inconscio. E' insistente..! C'è chi non si accorge di averlo, io ne avrei da regalare.
Altra nottata di incubi. Un incubo, per la verità: solite persone, tutto molto reale, i miei accumuli di cose non dette che finalmente sfogo e che però cadono nel vuoto, non hanno potere. Fin qua ho già capito che è inutile pensare che a persone cui ormai non interesso più (e meno male!) - e che con ogni probabilità non si sono mai interessate a me, alla mia vera essenza, che non hanno neanche mai provato a capirmi, o semplicemente non hanno mai voluto - le mie parole facciano qualche effetto. Continuano a farsi, giustamente, la loro vita e io dovrei fare altrettanto, anzi, a rigor di logica dovrei farlo soprattutto io!
Non è che non stia vivendo serena e pacifica, eh! Non ho chiodi fissi, pensieri ricorrenti, istinti isterici, come alcuni mesi fa, è il mio maledetto inconscio che continua a ripropormi sempre le stesse cose. Il risultato è che la mattina mi ritrovo catapultata in un mondo in cui non valgo niente, nel quale non ho speranza, in un universo fatto di lacrime e rabbia, nel quale l'unico pensiero, nel malessere totale, è: Vendetta! Vendetta! Giustizia! Giustizia!
Ormai ho capito da diverso tempo che prendermela con lui non ha senso, non voglio farlo perché è inutile e dannoso. Pensavo che questa consapevolezza bastasse, tant'è che gli incubi non erano più tornati.
Purtroppo però credo sia utopico pensare di aver metabolizzato un trauma durato quattro anni, che ha lentamente e silenziosamente demolito la mia persona, in soli sei mesi di alti e bassi. D'altra parte mi chiedo: è venuto forse il momento di cominciare ad interrogarmi sui molteplici significati della parola "perdono"? Porterà davvero alla pace? Quale? Non può esserci pace fra noi. E se è così che la penso, se prevale il desiderio che il mondo lo faccia soffrire almeno il doppio di quanto ho sofferto io, come scovare un angolo del mio cervello in cui possa trovare una qualche forma di perdono?
Che stia solo invocando a gran voce Indifferenza, senza pensare che se ancora la chiamo vuol dire che non è neanche vicina?

"Considero "amore" il sentire che interviene di fronte a ciò che valuto un bene per me; l'atto o l'insieme degli atti che hanno il potere di ricrearmi e di aumentare il grado d'essere di cui dispongo. Considero "odio" il sentire che interviene di fronte a ciò che valuto come un male per me; l'atto o l'insieme degli atti che pongono un "segno meno" davanti a me, gli altri e le situazioni della vita". (L. Maria Zanet - Decifrare l'esperienza)

mercoledì 1 giugno 2011

Io non sono maschilista

Un giorno, ormai diversi anni fa, una mia amica ha detto una cosa che credo non dimenticherò mai nella vita: "Io sono maschilista".

Ricordo di essere rimasta turbata allora. Capivo che lo stava dicendo per sentirsi forte, e per farsi sentire forte. Eravamo con un ragazzo, quel giorno, almeno di lui sono sicura. E’ il ragazzo che anni dopo ci divise, ma ancora non potevamo sapere quello che sarebbe successo: lui la trattava male e io lo consideravo uno stronzo infantile. Ma perché, che bisogno c’era di dire davanti ad un “uomo” come lui “Io sono maschilista”?
Ci ho pensato più volte, da allora. Ogni tanto mi torna in mente, e in certi discorsi lo ricordo, con altre persone, infervorandomi. Cosa l’abbia spinta a dire una cosa simile, però, non me lo sono mai chiesta fino in fondo e il perché non l'abbia mai fatto è facile a dirsi: sono omertosa, siamo tutte omertose.

Solo stasera, seguendo i fili di questo ragionamento, ho capito che in effetti si tratta di omertà.
Mi è balzato alla mente un fatto più recente, è emerso, come un galleggiante liberato dal fondo di una vasca. Durante un normale e salvifico aperitivo a Milano, dopo otto ore di lezione, parlavo con un mio compagno di corso delle mie letture più recenti. Gli ho confidato, quasi sotto voce, che mia mamma mi stava passando dei libri di filosofe, donne, femministe. Mi sono affrettata immediatamente a spiegare, quasi a giustificarmi, che si tratta di un pensiero della differenza, che non sono quelle fanatiche che avrebbero voluto nascere con i genitali maschili e che rivendicavano la parità dei sessi senza riflettere. E’ vero, credo fermamente nella differenza fra uomo e donna, e non credo che la parità, intesa come il raggiungimento femminile di una condizione maschile, sia salutare, ma perché tutto questo balbettio, tutto questo nascondersi, giustificarsi? Lo stesso ragazzo alcuni giorni dopo mi ha fatto intendere che la sua ex ragazza era una “zoccola” perché si divertiva con molti ragazzi, anche se non risulta l’abbia fatto mentre stava con lui. Perché ho cercato di capire? Va bene la rabbia, ci sta, ma perché affibbiare un lavoro di dubbio gusto ad una donna che ce l’ha il gusto (eccome!) per il divertimento e se lo sceglie e gratis?

Da quando le donne hanno imparato a parlare, il mondo sembra in perenne par condicio. Se gli uomini non possono fare i grossi con noi, perché non sta bene, allora noi non possiamo parlare di noi in quanto “donne” con loro.

Vi sentite minacciati da questo, uomini? Se qualcuna di noi ha le unghie lunghe è perché ci piacciono, non perché le teniamo affilate per voi.

Se qualcuna di noi vi fa notare che siete degli stronzi ricordate che, in fondo, si tratta di prodotti naturali.

Se qualcuno di voi dice ad una di noi che è una puttana, immaginate molto vividamente che quella parola corrisponde ad una persona che vende il proprio corpo indiscriminatamente, che ogni giorno decide di rinunciare alla propria dignità, alla propria libertà, all’affetto verso se stessa, che rischia spesso la violenza, il dolore e l’umiliazione, ma compie tutto questo per disperazione e per denaro.

Quando fate sesso provate piacere? Se nessun vincolo di onestà e rispetto vi lega ad una donna in particolare, vi fareste problemi a provare lo stesso piacere con più donne? Siete delle gran puttane!
Non ha molto senso, giusto?

Tutto considerato credo di aver capito perché la mia amica, anni fa, disse quella frase. Si riferiva a noi donne. Noi non siamo solidali le une con le altre, spesso ci detestiamo, voi invece fate branco, e vi invidiamo per questo. Un amico comune, quello che ritenevo essere un grande amico, ha scelto di restare fedele al suo simile, nonostante mi avesse sempre lodata, proclamando quanto eravamo uguali e quanto eravamo d’accordo nel pensare che lui stesse sbagliando. E’ così. Noi riflettiamo, pensiamo, escogitiamo, problematizziamo, razionalizziamo, ci commuoviamo, scegliamo, anteponiamo, sopportiamo… voi state uniti.


Però quando noi scegliamo un’amica o un amico li amiamo, davvero, perché con loro cominciamo a tessere una tela difficile e meravigliosa, fatta di tutte quelle gioie, di quelle paranoie e di quei problemi che sono sempre stati solo nella nostra testa e che finalmente si sentono liberi di uscire e circondarci. L’aria intorno a noi diventa la nostra casa e comprendiamo che dovunque e con chiunque saremo, qualsiasi cosa sia accaduta o dovrà accadere, sapremo sempre gli uni degli altri, e ci guarderemo sempre con una strana luce negli occhi.
Io invidio il vostro branco, ma quanti di voi possono dire di avere amici così? Io spero tanti, anche se la mia vita mi ha insegnato pochi.

Non voglio davvero accusarvi. Io vi amo, uomini. Adoro la vostra natura, perché così diversa dalla nostra, perché vedo in voi i futuri amori che riempiranno la mia vita, quelli importanti, quelli sognati, quelli brevi, quelli per gioco, quelli per supposizione e quelli negati. Non riuscirei a stare senza di voi, a volte vorrei, ma non posso, altre volte potrei, ma non voglio.

Abbiamo imparato tanto da voi, per millenni, ora so che se ci lasciaste peccare di arroganza, almeno per un po’, potremmo insegnare tanto anche a voi. Non vogliamo dominarvi, ma chi può condannare fra voi chi tra noi vorrebbe davvero farlo? Sarebbe giusto, in un certo senso.

Riflettendo su quanto quella mia cara amica ha detto, mi sono fatta una domanda cui ancora non riesco a rispondere, né forse sarò mai in grado di farlo, poiché si tratta di un garbuglio infinito di sentenze che non sono mai state date: Quanto le donne sono così fra loro per colpa di ciò che gli uomini hanno fatto finora? Quanto hanno fatto gli uomini per fare di una donna una maschilista? Quanta responsabilità è solo nostra se ci vergognamo di parlare di femminismo anche solo fra noi, e preferiamo essere solidali con voi al punto da definirci maschiliste?

Per par condicio ho tentato di specchiare la domanda, ma mi sono accorta che non ha davvero senso. Forse questa è già in parte una risposta.





















Un'altra risposta è questa, una sorta di Io non sono femminista.

lunedì 30 maggio 2011

YES, we can!









(Da: Il Corriere della Sera)

Milano, Napoli, Trieste, Cagliari, e anche Mantova vince con il 57,3% dei voti!
Stasera agnoli e lambruscooo!!!!

domenica 29 maggio 2011

Morgaine le fay

Che meraviglia!

Ho appena scoperto, fortuitamente (preparando il prossimo album che proporrò) che dal 1° aprile 2011 sta andando in onda, in America, una nuova serie sulla leggenda di re Artù, "Camelot" (che fantasia!).
Non sono una fan sfegatata di tutte le riproposizioni storico/fantastiche (il più delle volte solo incredibilmente penose) della saga di re Artù, anzi. Nella mia vita ho amato, credo, solo i libri "Le nebbie di Avalon" (forse più per quello che riesce a trasmettere che non per la storia in sé) e per completezza storica le "Historiae Regum Britanniae" di Goffredo di Monmouth.
Inutile dire che ho condannato il film "King Arthur", la serie per me inguardabile "Merlin", e per anni ho fatto resistenza anche ad "Excalibur", che però sono giunta ad apprezzare per la sua piena trasposizione in spirito romantico/simbolista, quasi pre-raffaelita! Ho guardato con curiosità infantile il film in due puntate "Merlino" del 1998 e ho adorato Miranda Richardson nei panni di Mahab, che nel mio immaginario resterà sempre la regina delle fate per eccellenza. La trasposizione de "Le nebbie di Avalon" in una miniserie, per quanto abbia sempre ritenuto la scelta di Julianna Margulies per Morgana più che azzeccata, mi ha profondamente delusa: castelli di cartapesta improponibili (siamo nel V secolo, che cavolo!!), la storia stravolta per ragioni di morale e errori storici inguardabili.
Sì, ho questo problema, essendo una medievista. Non è che sia bacchettona (sono riuscita a guardare tutta la serie de "I pilastri della terra" e m'è venuta l'orticaria solo un paio di volte), però certe cose mi fanno veramente andare in bestia. Credo che certi film, seppure fantastici, si portino anche un onere storico, e penso che i registi, gli sceneggiatori o chi per essi, farebbero bene a documentarsi almeno un minimo. Insomma, quando si parla della saga di re Artù si sta parlando dell'anello mancante della storia dell'Inghilterra! Alcuni forse non lo sanno, ma i serissimi storici anglosassoni hanno solo vaghe idee di cosa accadde in Gran Bretagna tra il V ed il VI secolo. Sembra davvero che la storia si confonda con la leggenda, e questa leggenda è re Artù. Potremmo conferirgli un po' più di dignità?
In questi giorni, per esempio, ho voluto provare a riguardare "Le nebbie di Avalon" e - a parte il doppiaggio pessimo - ho visto Igraine filare con l'arcolaio. Adesso sarò effettivamente bacchettona. L'idea delle trecce che fanno molto celtico-tribaleggiante era azzeccata per il V-VI secolo, quando c'era ancora una commistione imprecisata di tradizioni, ma perché l'arcolaio? Nel libro la Bradley cita più volte, giustamente, l'attività di filatura (forse era l'unica cosa che facevano le donne, pensa che palle!), ma era a mano! L'arcolaio è un'invenzione del 1200, si tratta solo di otto secoli di differenza! Inutile dire che ho spento. E' più forte di me.

Insomma, di questa nuova serie "Camelot" ho visto solo alcune foto, ma mi sembrano buone, almeno le donne sono effettivamente abbigliate in modo pseudo-tardo-antico (o qualcosa del genere), mentre delle armature so poco, ma capisco che sono eccessive (è già tanto che da alcuni anni il cinema abbia capito che non può metterci a caso quelle rinascimentali). Per quanto riguarda il resto potrebbe essere decisamente deludente... soliti caselli turriti e tamarrate random.

Tutto considerato, però, guarderò ugualmente questa serie, perché quello che mi ha davvero convinta a farlo è la presenza di una delle mie attrici preferite, e bellezza indiscussa numero uno,  Eva Green nei panni del mio personaggio più amato di sempre, Morgana! Mi è adirittura venuto il batticuore quando l'ho vista (sì, mi ci vuole davvero sempre poco!).
Staremo a vedere...














Qui c'è il sito ufficiale della STARZ: Camelot





















Non è uno splendore? *sospiro*

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